Preistoria e protostoria
nel comune di Bergamo

Alle origini: il Neolitico nel bergamasco 

Il territorio bergamasco fu abitato nella preistoria fin dal Neolitico. Tra i reperti più antichi conservati nel Museo vi sono alcune asce di pietra levigata rinvenute a Mozzanica, databili con ogni probabilità al Neolitico antico. Risale al Neolitico Medio (V millennio a.C.) l’abitato di Calcinate che ha restituito asce in pietra e frammenti ceramici della cultura del Vaso a Bocca Quadrata, oltre al corredo di una sepoltura a inumazione in fossa. Lo stesso abitato ha restituito anche una fase di insediamento della fine dell’età del Rame (seconda metà del III millennio a.C.).

L’età del Rame

L’età del Rame è documentata da alcuni ritrovamenti avvenuti in grotta pertinenti a sepolture collettive, come quello di Aviatico: ceramiche e oggetti ornamentali, tra cui spiccano una collana di denti di Sus e alcune perline di calcite del tipo a disco e del tipo ad alette.

Da Castione della Presolana e Fornovo S. Giovanni provengono due asce-martello di pietra levigata. La metallurgia dell’età del Rame è rappresentata da tre asce piatte di rame, tra i più antichi esemplari dell’Italia settentrionale.

L’età del Bronzo

L’età del Bronzo è documentata dalle asce di bronzo da quella più antica di Lovere a quelle più recenti di Parre e Petosino. I tre esemplari di Costa di Monticelli costituivano un ripostiglio, ossia erano state sepolte con l’intenzione di recuperarle: non sappiamo se facevano parte della riserva di bronzo di un metallurgo o di un complesso votivo.

Prima età del ferro

Durante la Prima età del Ferro nel territorio bergamasco vivevano popolazioni di stirpe e cultura diverse: le genti della cultura di Golasecca, di origine celtica, occupavano la fascia di pianura fino al Serio a est e probabilmente anche la val Brembana e il loro principale insediamento era sul colle di Bergamo; la valle Seriana era, invece, abitata da popolazioni di cultura centro-alpina, gli Euganei.

A Bergamo Alta al periodo del Bronzo Finale risalgono le tracce di un abitato stabile che si sviluppò grandemente tra il VI e il V secolo a.C., occupando l’intero complesso collinare. Tra i reperti, ceramiche e bronzi, di questa fase si notano alcuni frammenti di ceramica attica che documentano l’importazione di prodotti di lusso dalla Grecia.

La maggiore documentazione sulla cultura di Golasecca proviene dalle tombe a cremazione del territorio, anche se dei corredi originari sono stati raccolti in molti casi solo gli ornamenti in bronzo. Quelle più antiche sono state trovate a Ponte S. Pietro, databili tra i secoli X e VIII a.C.

Al VI-V secolo a.C. risalgono le sepolture di Verdello, Zanica, Fornovo S. Giovanni e Brembate Sotto dove vi erano necropoli più o meno estese, a indicare l’esistenza di piccoli villaggi.

Di natura non funeraria è il ripostiglio di Parre, più di 1000 kg di bronzo tra lingotti, oggetti rotti o mal riusciti, pronti per essere rifusi, seppelliti da un fabbro tra la fine del VI e l’inizio del V secolo a.C. e mai più recuperati.