Risale al 2005 la prima segnalazione di incisioni rupestri a Carona, in Val Brembana, da parte di Felice Riceputi e Francesco Dordoni, grazie alla quale si sono accesi i riflettori su un sito di grande importanza.
Nel 2006 il Museo Archeologico avviò ricognizioni e dal 2007 ebbero inizio le campagne di ricerca con concessione ministeriale
In Valcamisana, tra quota 2000 e 2400 s.l.m., oltre a incisioni di epoca storica che riguardano antropomorfi, zoomorfi, simboli come le stelle a cinque punte, nodi di salomone, cerchi e filetti, alcuni massi recano incise iscrizioni in alfabeto leponzio e in alfabeto camuno e citano alcune divinità del pantheon preromano. Molti elementi inducono a ritenere che tra il V e il I secolo a.C. l’area sommitale della Val Camisana fosse un santuario naturale frequentato da chi transitava sui monti alle alte quote e sentiva la necessità di ingraziarsi gli dei per un transito sicuro e privo di pericoli.
Sempre a Carona, dal 2014 il Museo Archeologico indaga anche il sottosuolo dell’ampio pianoro dei Piani di Sasso a quota 1690 s.l.m., portando alla luce strutture sepolte. Le tracce più antiche del villaggio risalgono all’età altomedievale e riguardano attività metallurgiche connesse allo sfruttamento dei minerali di ferro della valle del Monte Sasso. Ma il villaggio ha avuto lunga vita, forse anche una visita di Leonardo, per sparire poi completamente alla vista e dalle carte.