Nel Lapidario sono esposte le epigrafi rinvenute nel territorio di Bergamo e quelle della collezione Simoni, trovate in Valcamonica, insieme ad alcuni corredi funerari venuti alla luce in alcune località della provincia: Zanica, Casazza, Calcinate, Lovere.
Le epigrafi
La maggior parte delle iscrizioni latine appartiene all’ambito funerario e sacro, poche sono quelle onorarie.
Le lapidi funerarie erano collocate lungo le vie extra-urbane e si offrivano alla vista del passante, che era indotto dalla decorazione o dal testo latino a soffermarsi a osservare e a leggerne il contenuto: in tal modo veniva assicurata la memoria del defunto.
Grazie a questi testi abbiamo indicazioni sulle cariche pubbliche, sulle relazioni di parentela e sui nomi degli antichi abitati del territorio.
Le iscrizioni sacre sono dediche alle divinità per ottenerne la protezione o come riconoscenza per un voto esaudito o un bene ricevuto. Nel territorio bergamasco compaiono su are utilizzate privatamente a scopo devozionale, quasi tutte dei primi due secoli dell’Impero.
Le dediche a Giove, Minerva, Marte, Mercurio, Diana, Giunone e Nettuno dimostrano l’adesione al culto ufficiale romano delle popolazioni locali. Persiste la devozione ad alcune divinità agresti, rappresentate da Silvano e Priapo, riferibili al substrato celtico.
Le iscrizioni onorarie riguardano persone benemerite, viventi o defunte, ed erano realizzate per essere esposte in luoghi pubblici. Da Scano (Valbrembo) proviene una lastra dedicata a Marco Mesio Maximo, un quattuorviro patrono della città, a cui Plinio il Giovane scrisse due lettere tra il 103 e il 105 d.C.
Sono estremamente rare le iscrizioni onorarie dedicate a personaggi della famiglia imperiale: da Stezzano proviene un frammento pertinente a un’epigrafe in onore dell’imperatore Antonino Pio.
I corredi funerari dal territorio
Numerosi sono i reperti di epoca romana riferibili a corredi funerari rinvenuti in provincia di Bergamo. Degni di nota sono gli oggetti deposti a Casazza in tre tombe a incinerazione della metà del II secolo d.C.: spiccano un prezioso anello in ambra decorato a rilievo e la statuetta in terracotta raffigurante un gladiatore.
Le indagini archeologiche condotte a Calcinate hanno portato in luce due reperti di grande pregio, che costituivano il corredo di una sepoltura a incinerazione del I-inizi II secolo d.C.: un’anforetta di vetro blu e una coppa a due anse in vetro azzurro.
Ricchi di vasellame ceramico sono i corredi di alcune tombe rinvenute a Zanica, nei quali spiccano diversi balsamari di vetro soffiato di vari colori e uno specchio di bronzo deposto nella tomba di una donna vissuta tra la metà del I e i primi del II secolo d.C.